Dal dì che gl'occhi miei (Michel' Angelo Cancineo)
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- Editor: Willem Verkaik (submitted 2020-03-03). Score information: Letter, 3 pages, 259 kB Copyright: CPDL
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General Information
Title: Dal dì che gl'occhi miei
Composer: Michel' Angelo Cancineo
Lyricist: Jacopo Sannazaro
Number of voices: 5vv Voicing: SAATB
Genre: Secular, Madrigal
Language: Italian
Instruments: A cappella
First published: 1590 in Il primo libro de madrigali à 4-6 et 8 voci, no. 17
Description: The fourth part of a Sestina entitled "Sincero solo". The other parts can be found at Il primo libro de madrigali à 4-6 et 8 voci (Michel' Angelo Cancineo)
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Original text and translations
Italian text
Sincero solo
Come notturno augel, nemico al sole,
Lasso vo io per luoghi oscuri e ri e foschi
Mentre scorgo il dì chiaro in su la terra;
Poi quando al mondo sopravien la sera
Non com’altri animai m’acqueta il sonno
Ma all'hor mi desto a pianger per le piagge.
Se mai quest’occhi tra boschetti o piagge,
ove no splenda con suoi raggi il sole,
stanchi di lacrimar mi chiude il sonno,
visïon crude et error vani e foschi
m’attristan sì ch’io già pavento a sera,
per tema di dormir, gittarmi in terra.
O madre universal, benigna Terra,
fia mai ch’io posi in qualche verdi piagge,
tal che m’addorma in quella ultima sera,
e non mi desti mai, per fin che ’l sole
vegna a mostrar sua luce agli occhi foschi
e mi risvegli da sì lungo sonno?
Dal dì che gli occhi miei sbandiro il sonno
il letticciuol lasciai per starmi in terra,
i dì seren mi fur turbidi e foschi,
campi di stecchi le fiorite piagge;
tal che quando a’ mortali aggiorna il sole
a me si oscura in tenebrosa sera.
Madonna (sua mercé) pur una sera
gioiosa e bella assai m’apparve in sonno
e rallegrò il mio cor, sì come il sole
suol dopo pioggia disgombrar la terra,
dicendo a me: - Vien, cogli a le mie piagge
qualche fioretto, e lascia gli antri foschi. –
Fuggite omai, pensier noiosi e foschi,
che fatto avete a me sì lunga sera;
ch’io vo’ cercar le apriche e liete piagge,
prendendo in su l’erbetta un dolce sonno;
perché so ben ch’uom mai, fatto di terra,
più felice di me non vide il sole.
Canzon, di sera in orïente il sole
vedrai, e me sotterra ai regni foschi,
prima che ’n queste piagge io prenda sonno.
Jacopo Sannazaro, from Arcadia