Ne L'apparir del sempiterno Sole (Francisco Soto de Langa)

From ChoralWiki
Jump to navigation Jump to search

Music files

L E G E N D Disclaimer How to download
ICON SOURCE
Icon_pdf.gif Pdf
Icon_snd.gif Midi
MusicXML.png MusicXML
Icon_ly.gif LilyPond
File details.gif File details
Question.gif Help
  • (Posted 2022-09-22)  CPDL #70894:         
Editor: Andreas Stenberg (submitted 2022-09-22).   Score information: A4, 2 pages, 76 kB   Copyright: CPDL
Edition notes: A semi-diplomatic edition.

General Information

Title: Ne L'apparir del sempiterno Sole
Composer: Francisco Soto de Langa
Lyricist:
Number of voices: 3vv   Voicing: SSB
Genre: SacredLauda

Language: Italian
Instruments: A cappella

First published: 1599 in Tempio armonico, no. 29
Description: A laudi spirituale.

External websites:

Original text and translations

Italian.png Italian text

Ne L'apparir del sempiterno Sole
Ch'i mezza notte più riluce intorno
Cha l'altto non faria di mezzo giorne.

2." \justify-string #"Cantaron Gloria gli Angeli nel Cielo,
E meritaro udir si dolci accenti
Pastori che guardavano gli armenti.

3. Onde là verío l'humil Bethleemme
Preser la via dicendo andiam' un tratto,
Et si vederem questo mirabil fatto.

4. Quivi trovaro in vili panni avolto
Il Fanciul con Gioseffe, & con MARIA:
O benedetta, e nobil Compagnia!

5. Giunti i Pastori à l'humile Presepe
Di stupor pieni, & d'alta meraviglia
L'un' verso l'altro fiffero le ciglia.

6. Poi cominciaro vicendevolmente
Con boscareccie, e semplici parole
Lieti à cantar fin che nascesse il Sole.

V/ Io dicea l'uno, alla cappana mia
Vorrei condurlo; ch'è lontana poco,
Dove ne cibo manchera, ne foco.

R/ Io, dicea l'altro, à la Città Reale
Con frettolosi passi porterollo
Stretto à la baraccia, & attacco al collo.

V/ Io mi vò por le picciol man' in seno
Et co'i sospir scaldar le membra sue
Me' che non scalda l'afinello, e'l bue.

R/ Et io vò pianger si dirottamente,
Ch'empia di calde lagrime un catino,
Dove si bagni il tenero Bambino.

V/ Io vò tormeco un poco d'esto fieno
Ch'e qui d'intorno, e non haveró paura
D'Orso, ò di Lupo, ò d'altra ria ventura.

R/ Et io del latte, ond' è la faccia asperso,
Prender vorrei, se non che mi pavento,
Vorrei serbarlo in un vasel d'argento.

V/ Io vò pregarlo con sommessa voce,
Signor perdona li peccati miei,
Che perciò credo che venuto sei.

R/ Et io vò dirli baldanzosamente
Faccia à cambio: Tu mi dona il Cielo,
Et io t'impresto questo picciol velo.

V/ Io non vò chieder ne Città, ne Regni:
Ma sol vò dirli con un dolce riso
Ben sia venuto il Rè del Paradiso.

R/ Et io vò gir per l'universo Mondo
Fin in Turchia gridando semper mai,
Dio s'è fatt' Huom, e tù mescin no'l fai.