Giunt'i pastori (Francisco Soto de Langa)

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Editor: Leonardo Lollini (submitted 2024-09-22).   Score information: A4, 1 page, 120 kB   Copyright: Public Domain
Edition notes: Original pitch and durations. Modern clefs.

General Information

Title: Giunt'i pastori
Composer: Francisco Soto de Langa
Lyricist:
Number of voices: 3vv   Voicing: SAT
Genre: SacredLauda

Language: Italian
Instruments: A cappella

First published: 1583 in Laude spirituali a 3-4, libro 2, no. 9
    2nd published: 1599 in Tempio armonico, no. 29 as Ne L'apparir del sempiterno Sole alias Nell'apparir del sempiterno sole
    3rd published: 1600 in Nuove laudi ariose (Giovanni Arascione), no. 15
Description: Lauda Spirituale

External websites:

Original text and translations

Italian.png Italian text

Nell'apparir del sempiterno Sole,
Ch'a mezza notte più riluce intorno,
Che l'altro non sarìa di mezzo giorno.

Cantaron «gloria» gli Angioli nel cielo
Et meritaro udir sì dolc'acenti
Pastori che guardavano gli Armenti.

Onde là verso l'humile Bethlemme
Preson la via dicendo: «Andiamo un tratto.»
Et si vederem' questo mirabil fatto.

Quivi trovaro' in vili panni advolto
Il fanciul con Gioseffe et con Maria,
O benedetta et nobil compagnia.

Giunti i Pastori all'humile presepe,
Di stuppor pieni et d'alta meraviglia,
L'un verso l'altro fissero le ciglia.

Poi cominciaro vicendevolmente,
Con boscareccie e semplice parole,
Lieti a cantar fin che nascesi il Sole.

℣ «Io» - dicea l'uno - «alla Cappanna mia
Vorrei condurlo, ch'è lontana poco,
Dove né cibo mancherà, né foco.»

℞ «Io» - dicea l'altro - «alla Città regale,
Con frettolosi passi, porterollo
Stretto alle braccia et attaccato al collo.»

℣ «Io mi vò por le picciol mani in seno
Et col fiato scaldar le membra sue,
Me che non scalda l'Asinello o 'l Bue.»

℞ «Et io vò pianger sì dirottamente
Ch'empia di calde lachrime un catino
Dove si bagna il tenero Bambino.»

℣ «Io vò tuor meco un poco desto fieno
Ch'è qui d'intorno, e non havrò paura
D'orso o di lupo o d'altra ria ventura.»

℞ «Et io del latte, ond'è la faccia asperso,
Prender vorrei, se non che mi pavento,
Vorrei servarlo in un vasel d'argento.»

℣ «Io vò pregarlo con sommessa voce:
Signor perdona li peccati mei,
Che per ciò credo che venuto sei.»

℞ «Et io vò dirli baldanzosamente:
Facciamo a cambio, tu mi dona il cielo
Et io ti presto hor questo picciol velo.»

℣ «Io non vò chieder né città né regni
Ma sol vò dirli, con un dolce riso:
Ben sia venuto il Re del Paradiso.»

℞ «Et io vò gir per l'universo mondo,
Fin in Turchia, gridando: sempre mai
Dio s' è fatto huomo et tu meschin no' l sai.»