Dimmi caprar novello (Ruggiero Giovannelli): Difference between revisions

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2. Ma con Uranio a te non valser baccari,
2. Ma con Uranio a te non valser baccari,
Che mala lin gua non t'avesse a ledere:
Che mala lingua non t'avesse a ledere:
Furasti il capro, ei tì conobbe ai zaccari.
Furasti il capro, ei tì conobbe ai zaccari.
Anzi gliel vinsi, ed ei nol volea cedere
Anzi gliel vinsi, ed ei nol volea cedere
Al cantar mio, schernendo il buon giudicio
Al cantar mio, schernendo il buon giudicio
D'Ergastp, che mi ornò di mirti, e d'edere.
D'Ergasto, che mi ornò di mirti, e d'edere.
Cantando tu'l vincesti? or con Galicio
Cantando tu'l vincesti? or con Galicio
Non udì io già la tua sampogna stridere,
Non udì io già la tua sampogna stridere,

Revision as of 10:38, 11 May 2022

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  • (Posted 2022-05-10)  CPDL #69159:       
Editor: Willem Verkaik (submitted 2022-05-10).   Score information: Letter, 3 pages, 294 kB   Copyright: CPDL
Edition notes:

General Information

Title: Dimmi caprar novello
Composer: Ruggiero Giovannelli
Lyricist: Jacopo Sannazaro
Number of voices: 4vv   Voicing: SATB
Genre: SecularMadrigal

Language: Italian
Instruments: A cappella

First published: 1585 in Sdruccioli, il primo libro de madrigali a quattro voci, no. 17
Description: There are 5 parts:
1. Dimmi caprar novello
2. Ma con Uranio
3. Cantiamo a prova
4. Scufe non mi saprai
5. Montan costui che meco

External websites:

Original text and translations

Italian.png Italian text

1. Dimmi, caprar novello, e non t'irascere,
Questa tua greggia, ch'è cotanto strania,
Chi te la diè sì follemente a pascere?
Dimmi, bifolco antico, e quale insania
Ti risospinse a spezzar l'arco a Clonico,
Ponendo fra' pastor tanta zizzania?
Forse fu allor, ch'io vidi malinconico
Selvaggio andar per la sampogna, e i naccari,
Che gl'involasti tu, perverso erronico.

2. Ma con Uranio a te non valser baccari,
Che mala lingua non t'avesse a ledere:
Furasti il capro, ei tì conobbe ai zaccari.
Anzi gliel vinsi, ed ei nol volea cedere
Al cantar mio, schernendo il buon giudicio
D'Ergasto, che mi ornò di mirti, e d'edere.
Cantando tu'l vincesti? or con Galicio
Non udì io già la tua sampogna stridere,
Come agnel ch'è menato al sacrificio?

3. Cantiamo a prova, e lascia a parte il ridere;
POon quella lira tua fatta di giuggiola;
Montan potrà nostre question decidere.
Pon quella vacca, che sovente muggiola.
Ecco una pelle, e due cerbiatti mascoli
Pasti di timo, e d'acetosa luggiola.
Pon pur la lira, ed io porrò duo vascoli
Di faggio, ove potrai le capre mungere;
Che questi armenti a mia matrigna pascoli.

4. Scufe non mi saprai cotante aggiungere,
Ch'io non ti scopra: or ecco il nostro Eugenio:
Far non potrai sì, ch'io non t'abbia a pungere.
Io vo Montan, ch'e più vicino al senio;
Che questo tuo pastor par troppo ignobile,
Nè credo ch'abbia sì sublime ingenio.
Vienne all'ombra, Montan; che l'aura mobile
Ti freme fra le fronde, e'l fiume mormora:
Nota il nostro cantar, qual'è più nobile.

5. Montan, costui che meco a cantar provasi,
Guarda le capre d'un pastor erratico.
Misera mandra, che'n tal guida trovasi!
Corbo malvagio, ursacchio aspro, e salvatico,
Cotesta lingua velenosa mordila,
Che trasportar si fa dal cor fanatico.
Misera selva, che coi gridi assordila:
Fuggito è dal romore Apollo, e Delia.
Getta la lira omai, che indarno accordila.
Oggi qui non si canta, anzi si prelia;
Cessate omai per Dio, cessate alquanto:
Comincia, Elenco, e tu rispondi, Ofelia.
La fanta Pale intenta ode il mio canto,
E di bei rami le mie chiome adorna,
Che nessun' altro se ne può dar vanto.

Jacopo Sannazaro, Egloga Nona, 1-36/ 43-57